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In uno scenario Mondiale caratterizzato da una crescente attenzione verso il cambiamento climatico e le tecnologie ecofriendly, l’idrogeno (H2) si sta sempre più affermando come una valida alternativa sostenibile per la transizione energetica entrando, di fatto, nelle strategie della Commissione Europea. Nella sua comunicazione “A hydrogen strategy for a climate-neutral Europe” evidenzia, infatti, come tale elemento rappresenti la soluzione ideale per rispondere alle necessità di riduzione delle emissioni di Carbon Footprint.
Il settore del riscaldamento residenziale, in particolare, come riportato dall’ultimo rapporto elaborato dall’ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – è responsabile di circa il 60%* del totale delle emissioni di CO2 in atmosfera. La decarbonizzazione rappresenta dunque, ancora oggi, una delle maggiori sfide nella strategia a lungo termine tracciata dall’Unione Europea, con il suo Green Deal, verso un'economia moderna, competitiva e climaticamente neutra entro il 2050.
Un programma impegnativo, che persegue l’ambizioso obiettivo di realizzare una nuova politica energetica che assicuri la piena sostenibilità̀ ambientale. Filosofia pienamente condivisa anche dall’attuale Governo italiano che, attraverso la creazione di un apposito Ministero della Transizione Ecologica e la revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rende tale roadmap fondamentale anche per la ripartenza del Paese post Covid.
“L’efficientamento delle abitazioni è uno degli ambiti più importanti su cui si può agire rapidamente al fine di rendere le nostre case green, salubri e confortevoli. Tuttavia presenta ancora un’elevata complessità in termini di transizione energetica.” Commenta Riccardo Rompani, Residential Product Marketing Manager & Trade Associations Manager di Beretta, che aggiunge: “Investire in una tecnologia come l’idrogeno significa investire sul futuro del pianeta anche se, ad oggi, rappresenta ancora una frazione modesta del mix energetico globale, in gran parte composto da combustibili fossili. In tal senso, si stanno aprendo interessanti ed inedite opportunità trainate soprattutto dalla crescente attenzione dell’opinione pubblica verso l’innovazione sostenibile.” E conclude: “Tuttavia, affinché si possa raggiungere un’alimentazione al 100% a idrogeno, occorre intervenire su una serie di criticità correlate all’impatto che, l’adozione massiva di questa nuova tecnologia avrà sulle infrastrutture del nostro Paese.”
Incolore, inodore e insapore, l’Idrogeno, (H2), grazie ad una combustione priva di scarti quali anidride carbonica, polveri e incombusti, rappresenta una scelta ecologica rispetto ai tradizionali combustibili fossili.
Si parla attualmente di Idrogeno Grigio, Blu o Verde, in relazione alla modalità di produzione, che ne determina altresì il livello di purezza. In particolare, l’attenzione è focalizzata sul green hydrogen che secondo anche l’EU Hydrogen Roadmap, grazie ai suoi numerosi vantaggi, risponderà nel 2050 fino ad un quarto della domanda energetica totale. Ottenuto, infatti, attraverso un processo di elettrolisi inversa, alimentato da acqua e energia elettrica derivante da fonti rinnovabili, emette in atmosfera semplice vapore acqueo che non impatta sull’ambiente.
“L’idrogeno, inoltre, è un vettore energetico dalle elevate potenzialità, in grado di essere veicolato tramite la rete gas esistente.” Commenta Rompani, che prosegue: “Il suo impiego è già una realtà nel Regno Unito e in Olanda, in cui sono attivi importanti progetti pilota in ambito residenziale che, nell’arco di un paio di anni, condurranno all’installazione di caldaie alimentate al 100% da idrogeno, su larga scala. Anche la Germania percorre decisa questa strada con un piano di investimenti a livello nazionale.”
“L’Italia potrebbe rappresentare un mercato molto promettente per lo sviluppo dell’idrogeno, soprattutto in virtù della diffusa presenza di energia rinnovabile e di una rete capillare per il trasporto di gas.” Sottolinea Rompani.
Due fattori determinanti, che contribuiranno a diffondere tecnologie Power to gas in grado di immagazzinare l’elettricità in esubero, prodotta da centrali solari, eoliche o idrauliche, sotto forma di metano o idrogeno e di riutilizzarla come buffering per coprire i picchi di domanda di elettricità.
“Nonostante il grande potenziale in Italia sono ancora presenti alcuni importanti limiti, che non permettono il pieno sviluppo di tale tecnologia.” Continua Rompani, che aggiunge: “In qualità di esperti nel settore, riteniamo sia necessario puntare ad una transizione energetica graduale, che sia in linea con il raggiungimento degli obiettivi della Commissione Europea ma, al contempo, sostenibile anche da un punto di vista tecnologico: ossia che tenga conto sia delle attuali infrastrutture che dei costi per il consumatore.”
Un piano di sviluppo sostenuto anche dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) che, ha stimato un investimento necessario di circa 10 miliardi di euro, tra il 2020 e il 2030, nell’ottica di dar vita a tecnologie basate sull’idrogeno.
Elevati costi di produzione, difficoltà di trasporto e sicurezza: sono queste le principali motivazioni che ad oggi rallentano la rapida diffusione dell’idrogeno in Italia. A ciò si deve aggiungere che l’idrogeno, rispetto al gas naturale, è più leggero ed estremamente volatile: più complesso dunque da contenere, sia a livello di distribuzione che nel consumo.
Ciò rende necessario aggiornare la rete di trasporto e distribuzione per renderla perfettamente idonea a trasportare idrogeno al 100%: tali interventi costituiscono la voce più rilevante in termini di costi.
La European Hydrogen Backbone (EHB) ha recentemente presentato una nuova analisi sulla fornitura, domanda e trasporto di idrogeno in Europa, che va ad integrare la mappa pubblicata relativa all’identificazione di una rete di circa 40.000 km al 2040, che collega 19 Stati membri, la Svizzera e il Regno Unito. Infine, evidenzia come i metanodotti risultino di fatto l’opzione economicamente più competitiva anche rispetto agli elettrodotti, pur non considerando i costi legati alla flessibilità, come ad esempio per lo stoccaggio.
Dai laboratori di Ricerca & Sviluppo Beretta nasce una gamma di caldaie a condensazione di nuova generazione, sempre più evolute in termini di efficienza, funzionalità e performance, in grado di assicurare il perfetto comfort abitativo, a basso impatto ambientale. Una linea progettata specificatamente per funzionare con miscele di gas naturale ed idrogeno - fino a un massimo del 20%.
“L’obiettivo nel lungo periodo per Beretta, in termini di Ricerca & Sviluppo, è la finalizzazione di una serie di caldaie alimentate al 100% ad idrogeno.” Interviene ancora Rompani che conclude: “Una precisa strategia di sviluppo, in linea con i valori del Gruppo, concepita allo scopo di anticipare le grandi trasformazioni in atto, attraverso un’offerta completa Hydrogen Ready, volta a soddisfare qualsiasi istanza impiantistica nell’ambito del riscaldamento residenziale, portando nelle case di milioni di italiani, eccelenza tecnologica, sostenibilità, comfort e risparmio energetico.”
10/11/2021